lunedì 6 agosto 2012

Pesi massimi in gara

Inizio della settimana, quella finale delle Olimpiadi. Le gare iniziano alle 1300, ma noi siamo sempre li' ben prima.
Quest'oggi, sono passato prima in istituto, sopratutto per diffondere la notizia che il Chelsea vuole un nuovo dottore per l'Academy (suppongo che in Italiano si dica 'pulcini'), e vorrebbe attingere ai nostri ragazzi. Dopo tutto, il medico della nazionale Inglese, Ian Beasley, e' stato nostro allievo, ed almeno il 30% delle squadre della Premiership sono guidate, dal punto di vista medico-sportivo, da colleghi che si sono formati nel Dipartimento. Poi, via ad Excel per una serie di prove generali.
Le prime due, sul tappeto, vanno benissimo: nessun problema di comunicazione, appena qualche esitazione dai nuovi arrivati nel team, che sembrano essere troppo rispettosi della figura del Prof: la regola pero' e' che, se sono i primi a giungere sul tappeto, diventano automaticamente team leaders, ed io devo sottostare ai loro dettami. Il fatto che, se qualcosa del genere dovesse davvero succedere saremmo sulle telecamere di tutto il mondo non aiuta!
Poi, uno scenario per ora nuovo: arresto cardiaco nell'area del pranzo per gli atleti. Joanna, una primaria di ortopedia a Liverpool, ex judoka ed ora, fra l'altro, medico del motociclismo, dirama per radio diverse volte 'This is a training exercise'. Giungiamo sul posto con defibrillatore, barella etc, con un ulteriore problema: ci sono fiamme vive, e quindi l'uso dell'ossigeno potrebbe essere pericoloso. Mentre stiamo facendo massaggio cardiaco, una serie di altri medici e paramedici da aree viciniori accorre trafelati. Hanno solo sentiti 'Cardiac arrest', non 'This is a training exercise'. Un po' di parole grosse, fra i team, poi eccoci catapultati in gara. Oggi, 60 kg, 84 kg, ed i supermassimi, fino a 120 kg.

Il mio tappeto, al mattino, e' quello dei supermassimi. Sono differenti dai judoka dello stesso peso: forse, i lottatori sono piu' 'magri'. In ogni caso, montagne di uomini. Al mio tavolo medico, un collega della FILA, Bernie: ha seguito la lotta dal 1987, e conosce tutti: il suo pronostico: Cuba! L'atleta Cubano e' tecnicamente bravo, e fisicamente estremamente allenato. Sono d'accordo. More solito, riconosco un po' di atleti che erano venuti al test event a Dicembre. L'atleta Turco era allora favorito ma...
Durante le qualificazioni, davvero poco da fare per il mio team: qualche abrasione, ma nulla che richieda il nostro intervento attivo. Poi, negli 84 kg, l'atleta Russo si spacca la palpebra superiore, appena al di sotto del sopracciglio. Un po' di vasellina, e via. Vince. Parlo con il medico della squadra Russa: niente sutura, solo bendaggio. Veri uomini! E continua nel pomeriggio.
Nei 60 kg, rimaniamo tutti allibiti alla mossa unica dell'atleta Statunitense: il flying squirrel, lo scoiattolo volante. Mai vista, inevitabile, se non ci si e' preparati. Ma non gli vale la zona medaglie.
Nel break, nuova visita del Chief Medical Officer di Rio, Joao. Lunga conversazione. Non puo' credere al fatto che siamo tutti volontari: LOCOG ha di fatto impiegato (cioe' pagato) solo i due Chief Medical Officer, e qualche sessione a cottimo. Metto carta su penna, e calcoliamo che per i trascorsi quattro anni ho 'regalato' alle Olimpiadi l'equivalente di almeno un giorno a settimana fisicamente, piu' un numero incalcolabile di ore telematiche, piu' le Olimpiadi. A dire di Joao, tutto questo sara' impossibile a Rio, e non potra' schierare tanti medici, sopratutto non cosi' qualificati. Mi dice che, se volesse il mio equivalente nel suo staff, dovrebbe pagarlo praticamente il doppio dello stipendio universitario, e solo per quattro ore al giorno, perche' la attivita' privata dovrebbe continuare. Nella tradizione Anglosassone, invece, tutti sono felici di donare il proprio tempo: nel mio caso, sono fortunato perche' la mia Universita' non decurta tale tempo dalle mie vacanze, ma non sempre e' cosi', e molti colleghi in realta' vanno a perderci notevolmente ad essere con noi.

Le finali: in generale, meno eccitanti di quanto mi sarei atteso. Molti atleti non eseguono proiezioni, e si limitano ad attendere gli ultimi 30 secondi di ogni tempo. Pochi passaggi indietro. Gli orientali, forse influenzati dal Judo, tentano diversi 'braccio in spalla' e 'braccetto', ma con relativamente poco successo. Le soupplesse, tipiche della lotta greco romana, sono solo sui libri di testo, o quasi. L'atleta Cubano continua a progredire, impassibile ed efficiente. L'Iran vince il secondo oro, a 60 kg, ed, invece del salto mortale all'indietro, l'atleta esegue una soupplesse, con il proprio allenatore. E' la moda della serata per i vincitori. Questa volta, le medaglie d'argento non piangono, anche se gli occhi neri maturati durante la gara renderebbero qualche lacrima, di dolore fisico, giustificata.

Ad 84 kg, una decisione che in Inglese si direbbe 'peculiar' priva gli Egiziani dell'oro, che va invece all'atleta Russo che ha combattuto con un occhio parzialmente coperto da bendaggio adesivo per la palpebra spaccata.

Ai 120 kg. Combattimento per il bronzo. Atleta Svedese all'ultimo tempo. Ad un minuto e 20, taglio sulla palpebra superiore. Sangue dappertutto. Sono chiamato in causa. In questi casi, garza per pulire il sangue, vasellina per arrestarlo. L'atleta mi dice che tutto va bene, e che vuole ritornare a combattere. Il tutto dura un 15 secondi, e si riprende. Lo Svedese mantiene la calma. E' bronzo!



Cuba va forte, e senza apparente grossa fatica l'atleta Cubano conquista l'oro: fa il cenno 'due'. E' solo la seconda volta nella storia delle Olimpiadi che un supermassimo mantiene la corona Olimpica. Tornera' a Rio?

Tornando a casa, chiacchiero in metropolitana con uno spettatore Inglese: e' reduce da una serata di lotta. Mi confessa che in realta' non gli interessa: e' il solo biglietto che e' riuscito ad ottenere. Poi, mi dice che, dato che non c'e' nessun Britannico, la gara e' stata troppo 'sterile' per lui: nessuno per cui fare il tifo. Lo capisco. Per i non addetti ai lavori, e' importante avere un 'campione' in cui riconoscersi. E' stato un errore della federazione Britannica.

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