venerdì 3 agosto 2012

No rest for the wicked!


No rest for the wicked!

Sarebbe dovuto essere un giorno di riposo, ma … no rest for the wicked.
E’ vero, non sono ad Excel, ma le cose li ormai funzionano quasi da se’. Sveglia more solito alle 0500, ed email che il blog e’ stato ripreso da una serie di giornali. E’ un piacere saperlo, ed il minimo da parte mia sono state telefonate al Preside ed al Magnifico Rettore: senza il loro appoggio, non mi sarebbe stato possibile esser qui.
Poi, cercando di mettere in sesto le 10000 email cui rispondere, una lunga telefonata dal Policlinico al Villaggio Olimpico. Un allenatore Giamaicano correndo ha riportato una rottura del tendine di Achille, uno dei miei grandi interessi clinici e di ricerca in scienza di base. Quando e’ accaduto, 11 giorni fa a Birmingham, ha deciso di aver trattamento conservativo, ed ora e’ titubante, dato che un collega gli ha detto del maggior rischio di ri-rottura. Sono pronto ad operare, ma, come prescritto dalla legge Britannica, non posso esprimere una preferenza, che in realta’ ho. Da ormai una decina anni eseguo un riparo percutaneo in anestesia locale, con mobilizzazione precoce, ed un tasso di ri-rottura del 3%. Spiego il tutto, e’ soddisfatto, ma non vuole adire la via chirurgica.

Pare che tutto il mondo abbia i miei recapiti. Il Medico della nazionale di nuoto USA e’ Scott Rodeo, di origine Italiana (i genitori sono laziali), ma non parla Italiano. Amici dal 1997, quando sono stato Fellow all’Hospital for Special Surgery a New York, le nostre carriere ed interessi continuano ad incrociarsi. Oggi, una richiesta non tipicamente ortopedica: i nuotatori USA vogliono tatuarsi i cinque cerchi olimpici. Posso raccomandargli un tattoo parlour? La mia conoscenza della parte Est di Londra torna utile, ed eccogliene uno. Li vedremo in TV!

Un momento di riflessione. Le Olimpiadi per lo sport sono un po’ come una guerra: un vincitore, molti feriti e morti. Le guerre, nonostante tutto, hanno fatto avanzare la scienza. In questo campo, ieri abbiamo avuto una lunga conversazione con un gruppo di altri accademici impegnati in ricerca in medicina e scienza dello sport, incontrati ad Excel durante la pausa pranzo. C’e’ stata una grossa polemica, iniziata da un allenatore di nuoto degli USA, per la giovane eta’ e la relativa poca esperienza di una nuotatrice Cinese che ha stravinto a queste Olimpiadi: ‘E’ dopata’. Abbiamo chiacchierato di gene doping, e del concetto del passaporto biologico. Lo spettro del Grande Fratello si fa avanti, ma un approccio sistematico dovrebbe permettere quanto meno un certo controllo. Ci sara’ sempre chi vorra’ barare, ma il coach Americano forse dimentica che, qualche hanno fa, quando un laboratorio scopri’ un gene che avrebbe potuto aumentare lo sviluppo muscolare, fu sommerso di telefonate di allenatori che avrebbero voluto metter le mani sul gene e sulla tecnologia. Inoltre, una opinion poll fra studenti di college Americani ha evidenziato come oltre il 90% sarebbe disposto ad avere una iniezione che facesse loro vincere un campionato mondiale, anche se poi morirebbero entro pochi anni dalla iniezione. Le pressioni a vincere, ed ad eccellere nello sport-spettacolo sono presenti piu’ che mai.  
Una delle aree di grosso interesse e' genetic testing. Per me, e' una estensione dei tre anni passati come interno in Patologia Generale, dove conobbi il Preside Formisano. Entrambi mattinieri, aprivamo i piani dove erano i rispettivi laboratori. Certe abitudini non muoiono mai, e siamo rimasti, in questo senso e molti altri, tal quali. Da cinque anni, collaborazione con un geneticista di Yale University, che ora sta mettendo su un centro di ricerca genetica in Qatar, per cercare di metter su un programma di genetic screening per atleti. Oggi, un po' di tempo su skype cercando di finalizzare un articolo sul tema. Abbiamo testato una parte di una squadra della Premiership Britannica, in maniera anonima, e consigliato loro cosa evitare per prevenire traumi etc. Un campo aperto, ed ora vedremo cosa ne verra' fuori.

Al fine, una medaglia per l'UK: nei 78 kg, la rappresentante Britannica vince una meritata medaglia d'argento. Il mio team ha a che fare con un atleta con un problema al ginocchio, che, nei festeggiamenti per la sua medaglia, si presenta dopo tre ore. Mi telefonano, e va al Policlinico: le Olimpiadi per lui sono finiti, e potra' festeggiare in pace a casa.

Per finire, cena al centro di Londra con il medico del Chelsea ed un suo amico, nel Comitato Olimpico Internazionale a Losanna: un ristorante semideserto, con il padrone che si lamenta che le Olimpiadi, nel suo caso, hanno significato una flessione del business del 40%. Non tutti sono felici!

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