venerdì 10 agosto 2012

Le regole ci sono, ma...

Ed eccoci al secondo ed ultimo giorno del torneo di Lotta Femminile, categorie 55 kg e 72 kg. Con il mio team, ci vediamo alle 11.00: francamente, non val la pena riunirci prima, e passare tempo a controllare e ricontrollare l'inventario della nostra stanza. Per Joanna, e' l'ultimo giorno alle Olimpiadi, poi ritorno al Liverpool, al suo lavoro di tutti i giorni come Primario di Ortopedia. Sara' lei a guidare lo scenario odierno, sul tappeto C. Mentre lo scenario si dipana con ammirevole professionalita', la presentatrice televisiva della lotta femminile si diletta a farsi usare come manichino da una delle lottatrici dello staff. Sguardi divertiti di chi la lotta la vive davvero, e non per spettacolo.
Il livello tecnico e' notevole, e la unica atleta Britannica di tutto il torneo, sia maschile che femminile, perde al primo incontro, sebbene ai punti, dalla atleta Ecuadorana: sei minuti, e 3.5 milioni di sterline. Quando le Olimpiadi sono state assegnate a Londra, la Federazione Britannica ha ricevuto tale somma per sviluppare la lotta. Una decisione strategica fu presa: si importarono una serie di atleti buoni ma di secondo livello dall'Europa dell'Est come 'sparring partner' per gli atleti Britannici. Data la legge Britannica, dopo tre anni di residenza legittima in UK, gli atleti sono stati naturalizzati. Da sparring partner, sono divenuti 'gli' atleti Britannici. Lo stratagemma fu riportato da una serie di giornali, e la atleta di oggi ha avuto il passaporto Britannico solo a Maggio. Dato lo sdegno, comprensibile, di questa strategia, la Federazione ha deciso di non schierare nessun atleta maschio, e di focalizzarsi solo su questa atleta. L'approccio utilizzato ha di fatto ucciso la lotta, gia' sport molto minore, in UK, ed ha fatto perdere credibilita' allo staff dirigente. Una occasione unica, perduta. Negli anni '80, parlando con Vittoriano Romanacci, il DT della Nazionale Italiana di Lotta, mi disse che per formare un atleta internazionale ci vogliono almeno un 50-60 tornei. E' un discorso a lungo termine, che richiede non solo l'atleta con il potenziale giusto, ma sopratutto una visione strategica a lungo termine, che non puo' solo consistere nel 'comprare' atleti da un altro paese.
La mattinata passa presto, ed il torneo si dipana sui tappeti A e B. Lo spettacolo e' garantito, ed i commenti del medico della FILA che siede con me, Bernie, arguti come sempre. Alle visite mediche, ci avvicendiamo con il collega tedesco della FILA a passare i ragazzi ai limiti dei 55 kg. Diciannove atleti, che si daranno battaglia domani. I soliti parziali intoppi, e con il collega ci chiediamo perche' si siano instaurate delle regole se poi i dirigenti stessi della FILA ci chiedono di non rispettarle.
Ci lanciamo in una lunga discussione sui traumi in lotta, ed andiamo su internet a vedere una serie di filmati: domani li trasferiremo sul mio hard drive: ci fanno capire quanto siano tosti questi lottatori. Nulla a che dividere con il WWF: il sindacato di questi ultimi e' quello degli attori, dovrebbe far aprire gli occhi al pubblico. Sul tappeto Olimpico, non durerebbero molto.
Pomeriggio, e finali: la ragazza Colombiana vince un bronzo nei 55 kg che e' davvero un piacere, con una lotta dura e sofferta. L'allenatore sale sul tappeto, e vi ci corre: tutti gioiscono.



In finale, Giappone contro Canada. L'atleta canadese ha 35 anni, ed una medaglia Olimpica ad Atene. Da' tutto, e si vede. La Giapponese e' troppo forte, e vuole anch'ella far storia: ci riesce, ed e' con la sua collega di ieri campionessa Olimpica per tre volte consecutive. Si mette l'allenatore sulle spalle, e corre felice. La folla, non solo Giapponese, impazzita. All'atleta canadese, la consolazione di un argento, e poi chissa'.

Nei 72 kg, il mio unico intervento medico: la atleta Spagnola ha una epistassi, e mi accingo ad inserirle un tampone nasale quando mi dice di ignorare il tutto, si pulisce il sangue, ritorna a combattere, e vince. La mia compagna di tavolo medico, Mireia, di Madrid, impazzisce di gioia. La atleta ha subito una ricostruzione bilaterale di crociato anteriore, ed una esplorazione per una borsite patellare. E' una eroina.
La finale e' fra Russia e Bulgaria. La Bulgara e' forte, ma la Russa la coglie in un attimo di distrazione, ed e' la fine. Concentrazione fino alla fine, o via. E' quanto i miei maestri, Salvatore D'Albero a Napoli, e Ron Cotton a Londra mi hanno sempre detto. E' ancora piu' vero a livello Olimpico.
Durante le gare del pomeriggio, un po' di text messages: il primo, da un mio allievo che e' divenuto un ottimo chururgo, Francesco Oliva. L'altro, dal mio amico Salvatore Serio, ora a Parigi CEO della Dufour Yachts, e con il quale abbiamo diviso innumerevoli giorni dall'eta' di sei anni: entrambi, mi hanno visto per televisione, e mi hanno chiesto della 'uniforme' Olimpica. No comments, ma forse il designer Italiano sarebbe stato piu' appealing.
Poi, via: foto di rito per Joanna che conclude la sua avventura Olimpica, e tutti a casa. In metropolitana, apprendo che Bolt ha vinto: ancora una volta, non riesco a vedere la finale dell'altro sport che mi e' caro.

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