mercoledì 1 agosto 2012

Certe cose non cambiano mai 


Quest'oggi, donne ai limiti dei 70 kg, uomini dei 90 kg. Dopo tutti questi giorni a provare e riprovare scenari catastrofici, i soliti test di prima mattina sono andati lisci. Uno dei miei Registrar (aiuti giovani) assegnati al mio team ha appena finito uno dei corsi di Advanced Life Support, ed e' giustamente un po' critico della linea di comunicazione stabilita con le ambulanze di servizio. Ha del tutto ragione, e quindi passiamo un po' di tempo a familiarizzarci con la loro equipe, ed esploriamo gli anfratti di Excel (che detiene il record per la piu' grande struttura coperta dove si siano mai svolti dei Giochi Olimpici) per vedere quale sia la strada piu' diretta per l'aria aperta.
Poi, via con il defibrillatore, barelle, etc. Non ci si annoia mai, nonostante, a questo livello, non vi siano molti traumi maggiori, ed il nostro intervento e' limitato, fortunatamente. Pero', meglio esser pronti.

Le gare: certe cose, purtroppo, non cambiano mai. Gli atleti Italiani e Britannici sono eliminati entro il secondo turno. Ieri sera, una dura critica del Presidente delle Federazione Britannica di Judo, Densign White. Secondo lui, gli atleti non si sono sacrificati abbastanza, e quindi non hanno prodotto i risultati sperati. Per scherzare, il Medico della nazionale Britannica, con il quale siamo amici da diversi anni, mi ha chiesto se volessi andare a combattere io invece degli atleti selezionati. Un sogno! Sono andato, quindi, a provare uno judogi azzurro: la mia ultima gara in Judo, i Campionati del Sud Est della Inghilterra, nel 1992, si combattevano ancora con entraombi i judoka in judogi rigorosamente bianco. Il judogi azzurro e' stato introdotto solo da pochi anni.


Questa conversazione mi ha fatto pensare. Analizzando il problema, sotto certi aspetti e' vero quel che Mr White dice. Non si rende conto, pero', che, nonostante la professionalizzazione della performance sportiva, in UK i partecipanti agli sport poveri, inclusa la atletica leggera, per esempio, sono ancora dei veri dilettanti. Molti sono disoccupati, e devono chiedere prestiti alle banche per finanziare i propri allenamenti. Dietro molti vi sono ancora le famiglie. E parliamo di atleti Olimpici. Sicuramente nel resto della Europa Continentale, e in Estremo Oriente, lo stato in pratica assorbe gli atleti di livello, e li rende liberi di allenarsi e produrre risultati sportivi. Di fatto, tutti gli atleti Italiani sono nelle forze di polizia, carabinieri e simili. Qui sarebbe impensabile: un poliziotto dovrebbe allenarsi dopo aver svolto il proprio lavoro, e la partecipazione ai Giochi Olimpici andrebbe decurtata dalle vacanze. Un atleta probabile Olimpico che aveva perso la sponsorizzazione qui si e' offerto ad Ebay per avere una sponsorizzazione qualsiasi. Una situazione che non cambia da anni: nel 1989, fui selezionato per la nazionale Inglese per i Campionati Europei di Lotta Sambo. Ero un giovane docente, ed un aiuto in ortopedia. Mi allenai a mie spese, senza un collegiale, prima e dopo l'orario di lavoro, in un periodo dove era ancora legale per un istituto impiegare un medico per 100 ore di lavoro settimanali. Quando ero di guardia, il mio maestro veniva in ospedale nella stanza del medico di guardia cosi' che, fra una operazione e l'altra, potevamo fare tecnica. Combattei contro Russi e Bulgari che erano davvero atleti a tempo pieno. Ora, sospetto, ancora piu' di allora. Forse, ci sarebbe bisogno di una riforma dello sport a livello governativo. In questo, almeno, la Gran Bretagna dovrebbe prendere esempio dall'Italia.

Un grande ha floppato, almeno parzialmente. Iliadis, un Georgiano naturalizzato Greco con un fisico da guerriero spartano, ha perso in uno degli incontri eliminatori, e, da Campione Mondiale e favorito per l'oro, si e' aggiudicato solo il bronzo. Una distrazione, ed un arrivederci a quattro anni. Peccato. Al mio collega ed amico Nikos Malliaropoulos, di Tessalonica ma conosciuto sul tatami della University of London Union nel 1988, e Quinto Dan Kodokan, non fara' piacere.  Nikos si consolera' al fatto che suo figlioYorgos,  Campione Europeo di Club al limite dei 16 anni, dovrebbe essere maturo per le Olimpiadi del 2016 e 2020.
Fra le donne, una Olandese amica di una delle nostre massagiatrici, Amanda, che si e' ritirata dal Judo nove anni orsono per un trauma al collo, a 30 anni ed alla terza Olimpiade, ha vinto il bronzo. Forse, la sua ultima, chiusa in bellezza.
I vincitori sono un atleta delle Corea del Sud, 11simo nel ranking annuale, e la Campionessa Mondiale Francese ha aggiunto l'oro Olimpico al suo palmares. Eccellente.
Una uscita di scena per la rappresentante della Spagna: a 33 anni, e dopo una vita dedicata al Judo, ha deciso che e' bene aver un po' di vita privata. Continuera' a lavorare nello sport, nel Comitato Olimpico Spagnolo. E' fortunato chi riesce a fare del proprio interesse sportivo la propria professione!

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