mercoledì 8 agosto 2012

E' la volta delle ragazze

Una routine e' ormai costituita. Sono il primo a giungere nelle Wrestling Medical Room ed a testare l'equipaggiamento e le radio (wrestlingdoc1), poi tutti cominciano ad arrivare. Impossible prevedere l'ora di arrivo. Nonostante quanto si possa credere dall'esterno, i servizi di trasporto pubblico, i piu' costosi al mondo, non sono prevedibili. Signal failure, held at a red signal, station closed for staff illness sono piu' che all'ordine del giorno, ed a nulla valgono gli articoli sui giornali specializzati che li riportano. L'ira che sarebbe giustificata non si traduce in azione dalla parte degli utenti, e quindi il tutto continua.

Oggi, combatteranno le ragazze ai limiti dei 48 kg e dei 63 kg. Questa volta, quindi, recluto Cristina, una studentessa di medicina all'ultimo anno, che fa parte del logistics team, come nostra vittima. Le chiedo di accasciarsi sul tappeto di allenamento, e di inventarsi uno scenario. Ne sceglie uno abbastanza complicato di trauma cervicale ed emotorace da frattura di costola. Il primo a giungere sulla scena e' Brian, il collega medico dello sport di Sacramento, in California. Entrambi abbiamo fatto i vari corsi di Life Support, e so che seguira' il protocollo. Alan e Mirelia sono lead nurse in Intensive Care, e sono in charge di circulation and breathing. L'esercizio si svolge senza intoppi, ed al debriefing sono del tutto soddisfatto. Cristina commenta positivamente riguardo la professionalita' del team, e l'unica eccezione che solleva riguarda il fatto che Brian non le ha detto cosa stava succedendo. Data la interazionalita' del torneo, decidiamo che parleremo alle possibili 'vittime', e, se non parlano una delle lingue del team (Inglese, Spagnolo, Italiano, Russo, Francese), utilizzeremo gesti. Ed ora, scenario sul tappeto di gara. Maria, una sport therapist etnicamente Italiana, ma nata e vivente a Stoke on Trent, e' la vittima. Stamattina, quando ho riconosciuto il suo accento, le ho detto che ero stato il cattedratico   di Ortopedia a Stoke on Trent per piu' di sette anni, e ci eravamo scambiati notizie di Stoke. Maria sceglie di avere una lussazione del ginocchio, una lesione potenzialmente limb threatening. Nessun problema, e nel giro di due minuti e' in barella. Sono soddisfatto. La squadra che ho a disposizione ha dimostrato di poter lavorare bene tutti insieme, e di essere preparata ed affiatata. Non posso dormire sogni tranquilli, pero': ricevo una email da parte di un giornalista:

Dear Dr Maffulli
 
We are going to run a story on the fact that you very recently so a prominent foreign patient, and as a second opinion this patient was examined by a colleague of yours even though your are a world expert on the foot and ankle condition for which the patient was consulted. 
 
Apparently, instead of acknowledging your prominence and that the course of action proposed by yourself for this particular condition was the correct one, he 'stole' the patient from you, and offered to operate this patient instead. 
We understand that it is good medical practice to refer the patient back to the first doctor, if the second doctor knows that the first doctor is equally or better equipped and qualified than the second doctor to undertake the described course. 
We understand that this is not the first time that such event has taken place. It has been alleged that this is because, among other things, you, although extremely qualified and with a world reputation and working in a prestigious unit in London, are not British.
 
Can you please let us have your comments?


Non ho il tempo di leggerla, e di riconoscermi in essa, e di mostrarla ad uno dei manager di LOCOG, che mi arriva una telefonata di Richard Budgett, il Chief Medical Officer. Per LOCOG, l'ncidente e' chiuso, e mi sventolano una serie di eccezioni legali a parlare con il giornalista. Per confidenzialita' con Liu Xiang, che rimane comunque un paziente, non lo avrei fatto, ma LOCOG ha ovviamente paura del cattivo ritorno di immagine che ne riceverebbero: a che pro metter su un team di recognised leaders se uno collega qualsiasi,m senza accreditazione olimpica, poi si prende cura degli atleti?
Mettiamo queste considerazioni da parte, e si parte!

Sono al tappeto B, quello centrale, dove si svolgono la maggior parte dei combattimenti. Tutto succede velocemente. Le ragazze possono solamente fare Lotta Stile Libero, e le regole favoriscono dinamicita'. Al mio tavolo, il medico FILA e' Bernie. Di Chicago, scopriamo che e' stato il compare di anello di Pietro Tonino, uno degli Ortopedici di Loyola University con il quale siamo amici. Pietro e' etnicamente Italiano, parla la nostra lingua, e mi ha invitato diverse volte come speaker ad un convegno di International Advances in Sports Medicine all'American Academy of Orthopaedic Surgeons. Great stuff. Le storie sugli atleti e sui traumi in lotta si susseguono mentre seguiamo la gara.
Primo pomeriggio, ed e' la volta degli esami medici:  il Chief Medical Officer  della commissione medica della FILA si unisce a me. Con efficienza teutonica i certificati sono prodotti, esaminati, catalogati. Le atlete sono tutte fit to fight, e l'unico episodio spiacevole e' proprio con la atleta rappresentante le Gran Bretagna. Ha fatto il peso, sette chili, mi dice, e mal si adatta alla necessita' di doversi sottoporsi ad una visita medica. E' abrasiva e sgradevole, ed il Chief Medical Officer mi guarda perplesso. Gli spiego, quando la atleta e' andata via, che e' stata naturalizzata solo qualche tempo fa, e che gli spieghero dopo. Ma questa e' un'altra storia.

Serata di fuoco. Le cose sono cambiate enormemente. Quando ho lasciato l'Italia, nell'ormai lontano 28 Agosto 1984, la lotta femminile stava appena nascendo. Il mio Maestro, Salvatore D'Albero, aveva preso sotto le sue ali una serie di ragazze che incominciarono a vincere diversi titoli Italiani: ai Lottatori di Ferro dell'Italsider si aggiungevano le Lottatrici di Ferro. Il livello di fitness e' aumentato enormemente, e le gare sono piacevoli da guardare. Il Giappone trionfa, e le due campionesse Olimpiche vengono dall'Estremo Oriente. Nei 48 kg, e' richiesto il mio intervento: una epistassi, da tamponare e fermare in meno di un minuto. Ci riesco in 29 secondi, ma la atleta dell'Azerbajan ha perso concentrazione. Per lei, l'argento, di fronte ad una folla di Giapponesi. La atleta statunitense vince il bronzo: Bernie e' felice, e lei e' giubilante.

La campionessa Olimpica nei 63 kg rimarra' nel Guinness Book of Records: e' la terza volta  consecutiva (Atene, Pechino, Londra) che vince l'oro Olimpico, dopo un incontro a senso unico con l'atleta Cinese.






Tutti a case, ma ... andando nella medicheria generale, la atleta medaglia di bronzo per gli USA in canottaggio ha bisogno di aiuto: esaurimento, ci dice. Nulla di patologico, e la rassicuro. Dopo la medaglia, troppi impegni sociali: solo stasera, due feste. E' dura, la vita!

Nessun commento:

Posta un commento